Negli ultimi anni Cornelia Badelita ha raccolto con costanza e curiosità copie di quadri antichi. La sua collezione è costituita in gran parte da imitazioni di dipinti cinque, sei e settecenteschi, spesso nature morte o ritratti, i cui autori sono più o meno noti agli storici dell’arte. Le riproduzioni sono state realizzate nel corso degli anni Novanta da anonimi copisti cinesi, i cosiddetti “ritrattisti di Mao”, i quali hanno reinterpretato, secondo le proprie capacità e il proprio gusto, la storia dell’arte occidentale. L'interesse di Badelita per questi dipinti si concentra principalmente su due aspetti: la ripetizione del gesto e la condizione di simulacro. Essi, infatti, costituiscono una folta schiera di copie, orfane del loro originale, su cui a sua volta Badelita interviene.
L'artista si è interrogata a lungo sull’essenza dell'originale. Si è domandata se e come fosse possibile rintracciarlo attraverso le sue copie. L’originale sta nella sovrapposizione di tutte le copie, oppure si conserva soltanto in ciò che rimane dalla loro sottrazione? Si nasconde dove la pennellata è più spontanea, fluida e sicura o, al contrario, si manifesta nei punti in cui la mano si è fatta incerta, timida, a cercare di emulare con cautela ed esitazione una porzione particolarmente complessa di pittura? Le sue domande hanno assunto la forma di installazioni. Le copie, spesso sistemate l’una accanto all’altra, sono oggetto dei suoi interventi pittorici, impercettibili o vigorosi ed evidenti. In alcuni casi un frammento è ripetuto con minime variazioni fino a diventare un elemento astratto, in altri a essere indagata è la specularità dell’immagine. Badelita crea mondi specchianti, in cui le forme e i colori si fronteggiano. Dà vita a universi che si dispiegano orizzontalmente o verticalmente, che perdono la loro originale fisionomia per assumerne una inaspettata.
L'intervento pittorico di Badelita è un’azione che fa della ripetizione (in rumeno repetiție) e della riflessione (reflecție) i propri momenti privilegiati. «La riflessione – spiega l'artista – intesa anche come riflesso, trova in Narciso il proprio simbolo e si pone nel punto d’origine dell’arte stessa. È parte del tradizionale insegnamento accademico valutare la buona composizione di un dipinto analizzandone il riflesso su una superficie specchiante. La ripetizione è anch’essa elemento fondamentale della formazione e della successiva attività di un artista». Nella pratica e nell’estetica di Badelita, la ripetizione si carica di connotati profondi, legati al rito, alla ciclicità delle azioni e dei tempi, al carattere talvolta ossessivo dell’attività pittorica.