La Galleria Alberto Peola presenta due project-room dedicate alla ricerca artistica di Debora Fede e Alessandro Sciaraffa.
Le due installazioni esposte propongono, in modo differente e autonomo, la rilettura del concetto di residuo, scarto e traccia intesi come elementi capaci di attivare una forma di energia che si sviluppa come flusso di oggetti, elementi e pensieri.
Debora Fede
Fragile, 2007-2008
armadi in ferro, intervento grafico a parete, dimensioni ambiente
Ripercorrendo uno dei temi più frequentati dalla storia dell'arte contemporanea, Fragile è una sorta di magazzino, un accumulo di tracce, un luogo del ciò che rimane, una sorta di labirinto nel quale ogni elemento si presenta come temporanea rivelazione di immagini e storie. Fragile è un'installazione modificabile, un inconsueto dispositivo per il racconto. Esposta la prima volta nell'ambito della XXII edizione della rassegna Proposte (Accademia di Belle Arti di Torino, a cura di a.titolo, 2007), l'installazione viene riproposta negli spazi della galleria torinese con altre proporzioni e un'altra composizione. Una decina di armadietti d'ufficio colmi di tracce ordinarie - fotografie, scritti, piccoli oggetti - e accompagnati in questa occasione da un intervento grafico a parete, si propongono nello spazio espositivo come una pratica di resistenza, una forma di esercizio per il recupero del ricordo che si trasforma in un intreccio di memoria minima. Nella ricerca dell'artista, la memoria è intesa soprattutto come un laboratorio, un arcaico sistema per raccogliere il residuale, un posto dove i dati dell'esperienza vengono continuamente elaborati in una somma non consequenziale di tracce che compongono uno spazio che contiene "cose" che non si svelano mai del tutto, ma suggeriscono invece, alludono, sono solo una parte di un qualcosa. Il resto lo dobbiamo immaginare perché le "cose" di Debora Fede possono raccontare se siamo in grado di attivare una forma sottile di energia del ricordo che ci aiuta a guardare ciò che rimane e attivare «la fantasia che, - come scriveva Samuel Taylor Coleridge - non è altro che un aspetto della memoria svincolato dall'ordine del tempo e dello spazio».
Alessandro Sciaraffa
Landscape Town, 2008, vetri, phon, elementi di plastica, dimensioni ambiente
Etere, 2006 - 2007, polvere di ferro e grafite su carta, cm. 70x100 ciascuno
Le opere di Alessandro Sciaraffa sono sculture che creano un inconsueto innesto tra energia, materia, suono e spazio, una sequenza di equilibri e forze nella quale corpi, materie e suoni sono tesi in un comune sforzo per riuscire a mantenere una situazione temporanea di reciproco e complesso equilibrio.
Nella serie Landscape Town (2007 - 2008), dando forma a un intreccio di oggetti ordinari, le installazioni si propongono come una rivisitazione del concetto di residuo. Attraverso l'assemblaggio di bottiglie, phon e materiale plastico, Alessandro Sciaraffa compone opere di grandi dimensioni, veri e propri paesaggi visivi e sonori in grado di attivare una pratica di resistenza capace - attraverso l'equilibrio di vuoto e pieno - di trasformare suoni ordinari in brevi composizioni musicali. Molta della scultura proposta dall'autore, infatti, affianca all'aspetto visivo anche uno stato di tensione sottolineato da sonorità che nascono dalla relazione e dalla coesistenza di tutti gli elementi assemblati.
La luce, il dinamismo e l'elemento sonoro sono perciò aspetti centrali della sua ricerca; tre elementi che utilizza come flusso ininterrotto di energia, uno stato costante di pulsazioni e diverse intensità che prendono corpo da sonorità quotidiane o, come nel caso di Etere (2006 - 2007), da movimenti quasi impercettibili. In questa serie di cinque lavori, l'artista interviene su supporti cartacei con polveri di ferro e magneti che lentamente si compongono in raffinate composizione astratte. La scultura di Alessandro Sciaraffa è una serie indistinta di livelli e tensioni sovrapposte il cui legame è sempre frutto di sequenze arbitrarie e contraddittorie come a ricordare, come dichiara lo stesso autore, che "l'assoluto non si identifica in un punto piuttosto diventa un luogo non limitato".
Note biografiche
Debora Fede è nata a Maratea (Pz) nel 1979.
Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 2005 collabora con Emilia Telese alla performance Life of a Star alla Biennale di Venezia per il New Forest Pavillion, nello stesso anno espone nella collettiva Sinonimi e contrari a cura di Radu Dragomirescu e alla Galleria Il Graffio di Cosenza. Nel 2006 i suoi lavori sono presentati nella rassegna Stop! Lavori in corso presso l'associazione Machè (Torino). Nel 2007 è una delle artiste della XXII edizione di Proposte promossa dalla Regione Piemonte e a cura di a.titolo, nello stesso anno è selezionata da Gail Cochrane per la residenza con Eva Marisaldi presso la Fondazione Spinola Banna per l'Arte, Poirino (TO); nel 2008 partecipa al workshop dell'artista tedesco Tobias Rehberger presso la sede della stessa fondazione.
Alessandro Sciaraffa è nato a Torino nel 1976.
E' laureato in Architettura al Politecnico di Torino e diplomato alla Domus Academy di Milano. Tra le personali recenti, nel 2007 alla galleria 10.2! di Milano, a cura di Maria Rosa Pividori e Matteo Galbiati e presso l'Auditorium della Radio Svizzera - Italiana, nel 2005 presenta Dilatazione di un'emplosione con Diego Canato presso il Circolo culturale Machè di Torino. Tra le collettive, nel 2007 10 Io espongo, spazio Azimut, Torino e Disforie, Palafuksas, Torino a cura di Elisa Lenhard. Nel 2008 è selezionato da Gail Cochrane per la residenza tenuta dall'artista spagnolo Jorge Peris presso la Fondazione Spinola Banna per l'Arte, Poirino (TO); nel 2006 è stato premiato dalla Fondazione Stockausen per la Musica, Colonia, nel 2003 ha conseguito il Premio Libero Ferretti del Rettorato dell'Università di Ancona e nel 1998 ha vinto il Premio della Critica del concorso Io espongo, spazio Azimut, Torino.