Il lavoro di Kirchhoff è da sempre in simbiosi con l'universo cinema, tanto che egli stesso dichiara che il cinema, più che una semplice fonte d'ispirazione, rappresenta il suo data base. In questa occasione l’artista propone una coesistenza di citazioni e rimandi a tre film molto diversi tra loro: Blow up di Michelangelo Antonioni, Lifeboat di Alfred Hitchcock e Overdrive, film in fieri la cui sceneggiatura è scritta dallo stesso Kirchhoff insieme al torinese Jacopo Chessa.
Da Blow up Kirchhoff riproduce tre scatti fotografici che il protagonista ruba all'insaputa di una coppia nel parco e tre fotogrammi rappresentativi dei suoi rapporti sentimentali incompiuti. Le tele dei quadri estroflesse evocano una tridimensionalità che sottolinea la fisicità dell’immagine.
Lifeboat (titolo italiano I prigionieri dell'oceano) è un film di propaganda girato da Hitchcock nel 1943, nel quale un gruppo di naufraghi anglo americani scopre di avere a bordo della scialuppa di salvataggio un capitano nazista. Kirchhoff mette in mostra un oggetto con il quale intende rappresentare il senso di pericolo dell'isolamento.
Overdrive è un film in preparazione, che racconta della convivenza troppo stretta tra uomo e tecnologia, legame che nella mostra è rappresentato dall'installazione di un ibrido di una scrivania e una pianta (ficus elastica).
Denominatore comune di tutte le opere è l'intenzione di mettere in scena il disagio umano, non tanto quello nei confronti della natura o verso l'esterno, quanto piuttosto quello da noi stessi creato e contro noi stessi diretto.
Thorsten Kirchhoff è nato nel 1960 a Copenhagen (DK). Vive e lavora a Roma.