Le opere di Perino & Vele, realizzate in cartapesta, ferro e vetroresina, propongono oggetti e forme del vissuto quotidiano ingigantiti e costituiti di una sorta di trapunta imbottita, rigida al tatto ma dalla parvenza soffice e morbida, ottenuta incollando una miriade di cuscinetti convessi di cartapesta.
Un lavoro lento e sapiente, che utilizza materiali semplici e di uso comune come la carta di giornale macinata, essiccata e plasmata, senza l'aggiunta di colore in quanto sono i quotidiani come Il Sole 24 Ore, Il Mattino, Italia Oggi, La Gazzetta dello Sport a dare all'impasto sfumature cromatiche gialle, verdi, rosa. Con sorprendente manualità, gli artisti trasformano il mondo della cronaca in paesaggio immaginario e giocano con la capacità dell'osservatore di riconoscere nelle loro sculture la realtà circostante, mostrata in una dimensione imprevista e ironica.
In occasione della prima personale a Torino, Perino & Vele presentano un'unica grande installazione che coinvolge l'intero spazio della galleria, trasformata in appendice dello studio dei due artisti. Il visitatore vi incontra, più che le loro opere, la modalità stessa del loro operare: si ritrova infatti all'interno di un caveau dove è custodito Big archives, un enorme cumulo di cassette contenenti cartapesta fresca, non ancora utilizzata, la stessa che spinge contro una saracinesca chiudendo l'accesso al deposito. La cartapesta rimane semplicemente ammassata nell'attesa di essere plasmata.
«Maciniamo informazioni per realizzare la nostra informazione», fatta non di parole ma di figure. «Il mondo dell'informazione acquista forma e volume, trova un'identità più concreta nello spazio, oltreché nel tempo: può diventare opera» (marzo 2001). Ma se lo scopo finale dichiarato del "macinare informazione" era "creare la loro informazione", Perino & Vele, nel proporre ora il loro materiale privilegiato prima che prenda forma, rinunciano a suggerire una propria visione della realtà.