Adeela Suleman è nata e vive in Pakistan, uno stato islamico che possiede armi atomiche, in rapida trasformazione economica e politica, soggetto a disastri naturali e afflitto dal riemergere di attacchi terroristici e conflitti socio-religiosi. Con acuta sensibilità Suleman ne coglie le contraddizioni e le ambiguità, e trasforma ansie e paure nell’unicità dell’invenzione artistica.
I suoi bassorilievi in acciaio sbalzato raccontano storie stravaganti in cui natura e vita sono intrecciate a simboli di distruzione e violenza. Ricorrenti sono i pavoni, tradizionalmente associati all’idea di bellezza ma anche a cattiva fortuna; i pappagalli che si dice viaggino da luogo a luogo raccontando storie, testimoni - inaffidabili - di tragedie quotidiane; le sagome di piccoli uccelli morti accostate in modo simmetrico e speculare a formare raffinati disegni geometrici. Da figure come missili e giubbetti di attentatori suicidi, finemente cesellati secondo la tradizione islamica della filigrana, escono rami che si attorcigliano, foglie, fiori, serpenti. Nella loro apparenza sontuosa e regale i rilievi mantengono un aspetto elegante e prezioso grazie al rigore della composizione. Tutto è infatti messo in scena in una perfetta simmetria.
La bizzarra combinazione degli elementi rimanda ad associazioni di significato tradizionali e, in particolare, fa riferimento a quel ricco repertorio di storie che Adeela da bambina sentiva raccontare in famiglia, ognuna delle quali conteneva una lezione morale. Nelle sue opere, però, sembra assente ogni lezione morale. Ci sono figure simboliche, una sorta di pali totemici, sospese tra tradizione e modernità, elementi autobiografici e frammenti di realtà quotidiana, riferimenti letterari e resoconti giornalistici, accostate in sequenze narrative in cui vita e bellezza si legano a morte, idea di perdita e di scomparsa.
Nel ciclo di opere I had no choice but to hear you esposte in galleria sono barelle, lampade a gocce, disegni geometrici della tradizione islamica e angeli con grandi ali a raccontare la storia. Come se si scattasse un’istantanea di una stanza riccamente decorata, se si cogliesse il momento di una caduta, il passaggio dalla vita alla morte al paradiso.