La galleria Alberto Peola ha il piacere di presentare Tanzen di Giorgio e Walter de Silva.
I due fratelli, entrambi professionisti del design - Walter star internazionale in campo automobilistico e del prodotto industriale, Giorgio grafico pubblicitario - una sera d’estate hanno deciso di confrontarsi su un’arte molto particolare, che Giorgio ha sviluppato fin dai primi anni ottanta del secolo scorso.
Tanzen sono installazioni fatte di cartone e carta, di carbonio e metallo, di frammenti di ogni genere, di oggetti disparati che, una volta assemblati, diventano volumi di alone magico, misterico. Scritture, architetture, cornici entro le quali il disordine - fatto di figurine ritagliate, Dinki Toys, bilie, vetri frantumati, reliquie arrugginite - si trasforma nel tempio di eroi, saltimbanchi, imperatori e principesse, santi, atleti e strani esseri; miti inventati da due abili giocatori con il gusto per l'azzardo e in fuga dal mondo moderno.
Le costruzioni dei fratelli de Silva guardano obliquamente alle avanguardie dei primi del '900 e alla Pop Art; ai Merz di Schwitters, alla valigia di Duchamp, agli oggetti d'affezione di Man Ray, a Cornell, Max Ernst, Bellmer, Calder, Lichtenstein e al museo Mickey Mouse di Oldenburg; ma anche a molta letteratura, in particolare all'ironia macchinosa di Raymond Roussel, e poi a Verne, Jarry, Breton, mescolando la Terra desolata, la Bhagavad Gita, la cupezza dissacrante di Sade alle strisce di Tex Willer.
Nascono da un mondo eccentrico, creativo e fantasioso che usa il detrito, lo scarto, la citazione colta per creare nuovi organismi unici, originali, provocatori e plastici: vivi. Oggetti per tutti, per un pubblico che ama criptografare. Costruzioni per divertire e stupire, opere che ognuno può leggere e interpretare in libertà assoluta senza chiedersi il significato. Perché nulla significano.
I lavori di Walter e Giorgio sono accomunati da rigidi parametri dimensionali, però in totale libertà espressiva. Un incontro al centro tra funamboli in bilico sul precipizio Bricolage per una ricerca limite, speculare ma di sfuggente somiglianza. Tanzen entrambi ma differenti... forse piccole Wunderkammer quelli di Walter, tempietti esoterici simbolico-alchemici quelli di Giorgio. Architetture complesse, memorie progettuali, scritture automatiche (Memorie da nessun luogo s'intitolava la mostra di Giorgio de Silva curata da Antonio Ficarra alla Torre della Porta Pretoria di Aosta nel 1991), nate dalla ricerca del "bello" e dal piacere di costruire.