18.07.2024 > 25.08.2024
a cura di Nina Fiocco e Oscar Formacio Mendoza per Error Proyecto
Istituto Italiano di Cultura, Città del Messico
In biologia e in altre scienze, il disallineamento identifica l'incapacità degli esseri umani di adattarsi ai cambiamenti dettati dalla rapida evoluzione. Negli ultimi anni, il termine è stato utilizzato in particolare per riferirsi alla difficoltà dei nostri corpi di rispondere alle sollecitazioni imposte dal progresso tecnologico e dai violenti cambiamenti climatici. Le opere di Laura Pugno in questa mostra riflettono su questo fenomeno, costruendo una serie di situazioni paradossali che mettono in discussione i processi antropici di accelerazione che impattano sulle coltivazioni causando squilibri come la disidratazione dei terreni.
In particolare, l'artista si concentra sulle monocolture – spesso realizzate con specie importate – che determinano uno sfruttamento estremo della terra, privilegiando gli attuali interessi di mercato rispetto alla sostenibilità dell'ecosistema locale.
Lo zucchero, pianta introdotta in Messico durante il periodo coloniale, viene così esplorato come elemento corrosivo di un paesaggio naturale e come elemento imposto alle abitudini alimentari e culturali. L'artista procede quindi a usarlo fisicamente per perforare, consumare e cancellare una serie di immagini scattate in territori divisi tra la riconquista delle piante e la resistenza degli spazi antropizzati.
Pugno riflette anche sulle piante ornamentali, a partire dalla loro coltivazione forzata in terreni ad essi unicamente adibiti, fino alla loro circolazione commerciale a cui le tipiche cassette usate nei mercati fanno riferimento.
Piante immerse in bevande zuccherate dai colori artificiali suggeriscono un immaginario distopico e sottolineano il cortocircuito tra le sostanze che quotidianamente nutrono il nostro corpo e il suo stesso bisogno di cura. Infine, le opere che aprono e chiudono la mostra propongono due modi simbolici di reintegrare i corpi nella loro condizione naturale. Nella fotografia di grande formato, lo sguardo dell'artista è rivolto al riflesso degli alberi in uno specchio d'acqua; nel video, il movimento che l'acqua ha perso con la siccità è sostituito dal movimento dell'artista. In entrambi i casi, Pugno propone esercizi sensibili per trovare un nuovo ritmo che cerchi di riparare la mancanza di sincronia che l'impulso della modernità ha imposto agli esseri e agli elementi che abitano la Terra.