L’arte intorno a noi, in azienda
25.05.2024 > 25.05.2024
progetto site specific per Profil Center s.r.l.
parte del programma Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024
inaugurazione 25 maggio 2024, ore 17
La Loggia (TO), Via Carignano 51/G
L’azienda è, a tutti gli effetti, una seconda casa: per chiunque ci lavori. Tutti i giorni, infatti, quello specifico edificio rappresenta la meta e il luogo in cui si sosterà per gran parte della giornata. Molti imprenditori illuminati avevano già capito l’importanza di accomunare, non solo idealmente, ma coi fatti, il concetto di azienda a quello di ambiente domestico: Ermenegildo Zegna per la sua famosa impresa nel biellese arrivò a piantare un bosco come vero e proprio spazio a disposizione per il tempo libero dei propri dipendenti, trasformando l’idea di giardino di casa in un luogo naturale di grandi dimensioni per il libero svago, immerso nella vegetazione, dei lavoratori.
Per questo siamo qui oggi: per vedere un altro esempio di imprenditoria attenta a considerare il luogo di lavoro come dimensione da coltivare e in cui portare il valore aggiunto della bellezza. In questo caso è stata chiamata a intervenire l’arte contemporanea per interpretare gli spazi della Profil Center s.r.l., azienda attiva in Piemonte nel settore dell’acciaio da oltre quarant’anni.
In un discorso di lettura onnicomprensiva del percorso fisico della Profil Center, il suo amministratore delegato Riccardo Bruno ha chiesto al duo artistico torinese Botto&Bruno, noto a livello internazionale e attivo dagli anni Novanta, di entrare negli spazi dedicati alla produzione per coglierne la storia, e l’aura, e per trasferirle, filtrandole attraverso il proprio sguardo, in due grandi opere.
Profil Center diventa così una realtà a confronto con la propria stessa storia, dal momento che nei grandi collages installati i due artisti hanno utilizzato fotografie raccolte in entrambe le sedi dell’azienda, mettendole in relazione con altre immagini recuperate dal loro archivio.
Altri luoghi, immortalati in altri tempi, popolano il vasto scenario che Botto&Bruno costruiscono per raccontare il presente di Profil Center. Così, i macchinari presenti nelle due sedi si trovano a interagire, quasi a doversi contendere uno spazio per poter esistere, con erbe e piante selvatiche fotografate in contesti totalmente differenti e lontani, giustapposti ora all’architettura dell’azienda nel lavoro degli artisti.
In questo l’arte davvero può dirsi superare le stesse leggi fisiche, potendo giocare e manipolare lo spazio e il tempo per proiettare lo spettatore in un mondo rovesciato, e comunque sempre attuale, sempre legato alla stessa storia.
Metal Machine Music è l’opera installata sulla parete dell’edificio esterno, in cui si trovano gli uffici. La natura è l’altro grande protagonista dei lavori di Botto&Bruno, e gioca l’importante ruolo di mettere in discussione, di porre in uno stato di crisi, ogni cosa nata dall’intervento dell’uomo. Quasi fosse vero elemento di disturbo per la crescita rigogliosa di una vegetazione indifferente alle finalità produttive, l’uomo, ci dicono Botto&Bruno, deve per forza fare i conti con lo spazio che potrebbe riprendersi un giorno la natura.
Ma, oltre a un discorso sulla funzione dell’operare umano e industriale nel mondo, un secondo aspetto viene sollevato dagli artisti nel grande intervento che è stato installato all’interno degli spazi produttivi di Profil Center, sulle vetrate della prima navata.
Industrial Dream è l’opera collocata dentro l’azienda: in questo caso, dunque, l’intervento artistico non è rivolto all’esterno, per il pubblico, come manifesto e fregio dell’azienda, ma è pensata come operazione dedicata direttamente a chi lavora e frequenta quotidianamente quegli ambienti. Lo sguardo è dunque proiettato alla rielaborazione delle principali impressioni che la lavorazione dell’acciaio produce in chi la scopre per la prima volta: il peso e il rumore. Il frastuono costante, lo spostamento dei coils voluminosi, il funzionamento pressoché ininterrotto dei grandi macchinari, hanno sollecitato Botto&Bruno a guardare questo ambiente dal versante opposto: il luogo si fa, nell’opera, fermo, e dunque silenzioso; alcuni fogli prendono il volo, riempiendo la trasparenza del vetro circostante. Il significato di un luogo, allora, può non derivare soltanto da quanto avviene tutti i giorni dentro i suoi confini: può nascere anche dal suo diretto opposto.
Carola Allemandi