Simondi
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  • 11.02.2022
  • 26.03.2022
  • Matematica della materia
  • Testo di Elena Inchingolo

  • CS_Peola-Simondi_FRANCESCA FERRERI_ITA.pdf

Algebra id est restauratio
Luca Pacioli, 1494

Meraviglia della matematica. Essa è uno strumento scritto capace ancora di perfezionamento infinito, una delle principali prove della simpatia e identità della natura e dell'anima
Novalis, Frammenti, 1795 - 1800 

 

Partiture di frammenti

La ricerca artistica di Francesca Ferreri (Savigliano, 1981) indaga il rapporto tra restauro e algoritmi matematici come spunto poetico per un processo scultoreo che analizza la materia nella sua dimensione spazio-temporale e percettiva.
Opere composte da frammenti ceramici e ferri recuperati, gesso ed elementi riciclati, agiscono come entità spaziali dotate di libertà formale e trasmettono un’energia estetica inaspettata.
Lo “spazio-lacuna” del restauro, individuato nell’unione di oggetti differenti e processualmente simile all'incognita in algebra, delinea nuove identità volumetriche, memorie immaginarie, ricostruite in una prospettiva di fusione formale e d’integrazione cromatica.

In occasione della sua seconda personale presso la Galleria Peola Simondi, Ferreri presenta Quiet, Mossy yet alive, un’installazione site-specific, esito dell’indagine sul senso matematico e musicale della materia.
Diversi elementi, dalle molteplici forme e dimensioni si incontrano, come individualità imperfette, dando vita a coralità, partiture dalle infinite applicazioni.
Le sculture, innesto di oggetti o frammenti all’interno di materia informe, si relazionano con l’osservatore, sospese e fissate con catene, cavi elettrici, fili d’acciaio a una struttura metallica e ricordano parentesi, incognite, simboli matematici all’interno di un’ipotetica griglia cartesiana. Si tratta di un ambiente senza pareti, al cui interno si muovono alcune coordinate, aperte, eterogenee, indefinite a comporre un insieme armonico, che varia in base allo spazio. Un intervento di pittura a parete, inoltre, rende visibile l’eco musicale della materia che si propaga all’infinito.
In questo modo non è il numero in sé a essere analizzato, ma il processo algebrico nel suo significato etimologico di «completamento», «unione» o «riconnessione», dall’arabo al-ǧabr. L’algebra, infatti, è quella branca della matematica che studia la generalizzazione e l’estensione delle relazioni dell’aritmetica a entità variabili.

 

Come la matematica è un linguaggio che procede per ipotesi e verifiche e si occupa dei collegamenti tra le cose, così l’attività di conservazione, utilizzata da Ferreri nella sua pratica artistica, in seguito alla sua esperienza di restauratrice di affresco, rimanda al processo di riattivazione dei ricordi, grazie alle possibilità creative ed empatiche che si nascondono negli elementi residuali della società.

 

Ed è proprio l’interdipendenza di matematico e organico che caratterizza l’opera di Ferreri: la dimensione naturale della forma e della materia e il fascino per l’infinito creano uno spazio scultoreo inclusivo, dagli innumerevoli, possibili sviluppi. Quiet, Mossy yet alive può richiamare alcuni lavori installativi di fine anni Sessanta dell’artista post-minimalista Eva Hesse (Düsseldorf, 1936 – New York, 1970), che, appesi in modo irregolare, formano ragnatele di nodi, cavi, lattice e corda, in una prospettiva inedita, lontana dalla stabilità e prevedibilità della scultura minimalista. In entrambe le artiste dinamiche creative aperte attivano nel fruitore imprevedibili riflessioni.

 

A introdurre il percorso espositivo è, invece, la serie Math of Matter, da cui la mostra prende il titolo.
Con questi lavori, strettamente connessi al progetto installativo, Ferreri esamina in particolare la materia e il suo lento stratificarsi, anche in relazione alla velocità gestuale della scrittura.
Una scrittura automatica, praticata dall'artista nel quotidiano, da lungo tempo e che qui riaffiora, rigenerandosi nella reciprocità con la materia.
Tavole di dimensioni diverse si configurano come momenti del processo costitutivo dell’opera, invitando il visitatore a prendere parte alla ricerca artistica, in un alternarsi di emozioni e stati d’animo. Gesso e resine consolidanti, sabbia, colla, acquerello su legno e carta sono attraversati da alfabeti algebrico-matematici, simboli e operazioni, che creano mappe geografiche fantastiche e insoliti mondi da esplorare.

 

«Scrivere questi segni sulla materia è per me un atto liberatorio» – sostiene Ferreri – «qualche volta lo considero come “l’oracolo della giornata”: il simbolo della “x” evoca l’idea della scelta, mentre la linea si presenta come l’insieme di più possibilità e la parentesi può definire una pausa temporale».

 

Così inattese e sorprendenti visioni matematiche e nuovi processi di ricostruzione prendono forma.

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