letter to a friend
letter to a friend è un film indirizzato a Eyal Weizman, rinomato per il suo lavoro in Forensic Architecture. Basandosi sia su convenzioni epistolari che diaristiche, il documentario di Emily Jacir invita il suo amico a “iniziare un’indagine prima che il crimine venga commesso”.
Il crimine che prevede è l’occupazione illegale, da parte di coloni, della sua casa a Betlemme, costruita nel 1880 e abitata dalla sua famiglia per generazioni.
Attraverso la rappresentazione di una strada e di una comunità sotto occupazione, e di un paesaggio geopolitico segnato da divisioni ed espropri, il film dell’artista si configura come un commento sulle ingiustizie del passato, del presente e del futuro. Evidenzia inoltre le somiglianze strutturali con le manovre coloniali guidate dal profitto in tutto il mondo.
Come archivio di narrazioni storiche e future che altrimenti verrebbero messe a tacere, il film può anche essere considerato un atto di resistenza, un archivio speculativo per un processo di verità e riconciliazione ancora da venire.
Emily Jacir è un’artista, regista e insegnante che vive e lavora tra Betlemme e Roma.
La pratica artistica di Jacir abbraccia una varietà di strategie, tra cui film, fotografia, scultura, interventi, archiviazione, performance, video, scrittura e suono. Esplora storie messe a tacere, scambio, traduzione, trasformazione, resistenza e movimento.