Simondi
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  • 06.04.2023
  • 06.06.2023
  • What i didn’t know i knew...
  • A cura di Edi Muka
    composizione sonora di John Young
    Galleria del Ministero della Cultura​, Prishtina

What I didn’t know I knew è il titolo della mostra personale di Lala Meredith-Vula presso la Galleria del Ministero della Cultura in Kosovo. Presenta un'installazione scultorea e un flusso continuo di immagini tratte dall'archivio della vasta opera che l'artista ha creato nel corso degli anni.

 

Il primo spazio della galleria è occupato da un covone di fieno che sembra essersi materializzato da una delle fotografie dell'artista. Nello spazio adiacente, su tre pareti, immagini fotografiche proiettate si susseguono l'una dopo l'altra, dando l'impressione di un flusso circolare costante. Pareti lacerate di un antico hammam che quasi si fondono con la pelle e i capelli delle donne e dei bambini che fanno il bagno... bambini che dormono, genitori che dormono, neonati che dormono, persone che dormono... un intero mondo addormentato, a riposo, pacifico, inquieto, disarmato... vecchie case che sembrano uscire da antichi racconti, a stento in piedi... scheletri di case, cicatrici di una violenza insopportabile che sembra aver travolto il luogo... e nuove case, come edifici finti che emergono da un set cinematografico... e bunker sradicati che somigliano a gigantesche sculture astratte... e carri armati e veicoli blindati, ordinatamente raggruppati, abbandonati, in decadenza... e animali che mangiano, bevono, lavorano, riposano... e alberi in fiore, e raccolti maturi... e apicoltori, e favi... e ancora persone, e ancora luoghi...

 

C’è qualcosa di ipnotico in questo flusso di immagini. Storie personali ed eventi storici si intrecciano. Un sorriso fugace, una ruga preoccupata, una mano che stringe un'altra o una vecchia scala raccontano più di quanto possano fare le parole.

 

Come afferma il curatore Edi Muka:

“Lala Meredith-Vula fotografa con il suo istinto. Il suo incontro con il Kosovo molti anni fa ha avuto un ruolo importante nel plasmare la sua pratica artistica. What I didn’t know I knew è un invito a immergerci nel suo universo di immagini, e in questo modo a unirci e vivere il suo viaggio. Il flusso di immagini nella mostra forma una mappa complessa di percorsi da attraversare. Intraprendendo questo viaggio mentale, anche noi restiamo incantati dalle persone, dai luoghi e dalle storie che emergono davanti ai nostri occhi, così come la terra emerge dall'orizzonte e sotto i piedi del viaggiatore.”

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