Contemporaneamente alla mostra monografica di Marion Baruch, le sale al piano terra del Museo Novecento, storicamente riservate al nutrimento dell’anima e del corpo delle suore che vivevano nel complesso delle Leopoldine, accolgono il lavoro di una nuova generazione di artiste: Chiara Baima Poma (1990, Cuorgnè, Torino), Fatima Bianchi (Como, 1981), Lucia Cantò (Pescara, 1995), e Parul B. Thacker (Mumbai, 1973). Le artiste, diverse per provenienza, formazione e modalità espressive, sono accomunate da una ricerca che attinge ai sentimenti più profondi del genere umano e sembra esprimere interesse per tematiche legate alla spiritualità.
Attraverso opere di recente produzione e interventi site-specific ideati appositamente per il Museo Novecento, la mostra consentirà di condurre un’indagine sul rapporto tra arte e spiritualità, istituendo un inedito dialogo tra pratiche molto distanti tra loro.
In un tempo così complesso, distruttivo e drammatico come quello che stiamo vivendo può l’arte essere una forma di spiritualità, può la pratica artistica essere uno spazio personale e collettivo in cui sperimentare la fede, la ritualità, la trascendenza oltre la materialità, verso un orizzonte temporale e spaziale nuovo?
ph — Chiara Baima Poma, Uomo che prega, 2025, gouache, smalto, sabbia, foglia oro, 101x138 cm